da un'idea originale di DEP e Panos, GB
TIMOR EST |
Cronaca di violenze annunciate Dopo 24 anni di occupazione armata, la popolazione di Timor Est (vedi carta geografica) ha votato per liberarsi dal controllo dellIndonesia. Da allora lisola è sconvolta da massacri e violenze. Questo numero di Global Express cerca di ascoltare i testimoni, analizza il commercio delle armi e da spazio a chi si pronuncia pro o contro un intervento militare esterno.30 Agosto 1999: la quasi totalità della popolazione di Timor Est partecipa al referendum sotto legida delle Nazioni Unite in merito allindipendenza dallIndonesia. Oltre tre quarti dei votanti votano per lindipendenza. Subito dopo il voto i gruppi paramilitari contrari allindipendenza hanno seminato il terrore nellisola massacrando e terrorizzando sia la popolazione civile, sia il personale delle Nazioni Unite incaricato del monitoraggio delle operazioni di voto. Testimoni oculari segnalano che alle milizie armate si sono aggiunti militari dellesercito indonesiano. Per sfuggire alla violenza, migliaia di persone hanno attraversato la frontiera e si sono rifugiate a Timor Ovest. Altri hanno cercato rifugio sulle vicine montagne dove cercano di sopravvivere mangiando piante selvatiche e radici. In molti hanno dovutolasciare il paese di fronte alle centinaia di morti già provocate dai primi attacchi, condotti addirittura contro i campi profughi. Ciò ha provocato centinaia di migliaia di rifugiati. Le milizie armate hanno deportato decine di migliaia di persone, imbarcandole per lo più su navi con destinazione Timor Ovest che hanno svuotato la capitale, Dili. Le poche corrispondenze di giornalisti inviati sul luogo parlano di intere comunità ridotte in cenere e di incendi in molte parti della città. "Non cè alcun segno di vita normale." ha raccontato un testimone oculare parlando della capitale Dili "Le strade sono quasi completamente deserte, attraversate ogni tanto da qualche cane o maiale. In città non cè più alcun genere alimentare. I marciapiedi sono ingombri di ogni genere di cose, frigoriferi, televisori, divani, sedie di plastica, pile di scatole, perfino un piano a coda".
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