IRAQ
"Qual è l'etica dei generali del Pentagono, che approfittando dei progressi delle immagini di sintesi programmano più efficacemente i loro missili Tomahawk, e hanno potuto così seminare la morte nelle città dell'Iraq? In maggioranza, i cittadini sono impressionati, intimiditi dai discorsi modernisti e tecnicisti. Perciò si arrendono, non si oppongono più, accettano di adattarsi al nuovo mondo, che ci viene annunciato come inevitabile. Sono passivi, inerti, se non complici. Danno l'impressione di aver rinunciato. Rinunciato ai loro diritti e ai loro doveri. In particolare al dovere di protestare, di insorgere, di ribellarsi. Come se lo sfruttamento fosse scomparso e la manipolazione delle menti fosse stata ormai bandita. Come se il mondo fosse governato da babbei. Come se all'improvviso la comunicazione fosse una faccenda tra angeli." Il grido di allarme lanciato dalle pagine di Le Monde Diplomatique di dicembre 1998 dal premio Nobel José Saramago fotografa la relativa indifferenza con cui si sta compiendo lennesimo "shoot and forget", spara e dimentica, fra le forze anglo-americane e lIraq. Proprio Le Monde Diplomatique dedica a questa crisi buona parte del suo numero di gennaio. Questo numero di Global Express non può che rimandare ad altre fonti, anche attraverso altri siti Internet, per uninformazione più completa sui diversi punti di vista in merito al conflitto in atto. Per il momento suggerisce alcuni strumenti di riflessione:
ricordiamo anche le iniziative di solidarietà di Un Ponte per& |