IL VALORE DELLE DIFFERENZE RECIPROCHE
Di Paola Sacchetti Quello che vi presentiamo è una parte del lavoro condotto da un gruppo eterogeneo di persone (educatrici di nido, docenti di scuola d'infanzia, elementare, media, pedagogisti, operatori culturali, volontari di diverse associazioni), che per due anni hanno seguito un corso di formazione sui temi che riguardano l'intercultura: in particolare il confronto con la diversità, l'accoglienza, la disponibilità all'ascolto, la collaborazione su progetti comuni. Fra i vari ambiti in cui tali riflessioni maggiormente si misurano con la realtà, quello scolastico ci è parso uno dei più problematici, ma nello stesso tempo più ricchi di opportunità. Le differenze non devono essere subito giudicate, mitizzate o nascoste, ma semplicemente descritte, raccontate e sperimentate; solo così infatti possiamo "conoscerle" ed attribuire loro una giusta dimensione. Non sono solamente le altre culture a portarci diversi modi di vivere e interpretare la realtà; le nostre stesse differenze individuali evidenziano quanto l'accogliersi reciprocamente, il raccontarsi, il confrontarsi siano necessari in qualsiasi contesto di gruppo. Muoversi in questa dinamica di decentramento da sè, in misura ovviamente adeguata all'età ed alla conseguente maturità, aiuta bambini e ragazzi a cogliere il significato reale e non la superficie dei fenomeni, secondo un taglio profondamente interculturale (reciprocità), e non multiculturale (parallelismo, casualità). Questo materiale è stato organizzato secondo una logica che partendo da una evidenziazione delle differenze individuali, anche le più semplici e quotidiane, prosegue nella costruzione di una consapevolezza di differenze più generali (di cultura, di genere, di religione&), tuttavia sempre obbligatoriamente riconducibili ad una necessaria attenzione alla persona e a ciò che in essa una cultura, una religione od una scelta qualsiasi esprime e produce. Abbiamo "giocato" ad inventare un gioco per i bambini delle scuole d'infanzia ed elementari, perché è giocandoli che i concetti, anche i più complessi, arrivano al cuore e alla mente dei bambini.
Il "Gioco della Diversità" si propone come esercizio e allenamento alla scoperta e alla visualizzazione di ciò che, ogni giorno, (nella vita di ogni ragazzo attraverso i fatti, o più semplicemente nelle diverse modalità di vivere gli stessi fatti) prende la forma dall'esperienza diversificante. I ragazzi proprio per quel bisogno di rassicurazione nel gruppo di simili, il più delle volte non colgono e valorizzano questa crescente diversificazione. PRESENTAZIONE TECNICA DEL GIOCO Una volta che l'insegnante ha scelto l'ambito delle diversità (il gioco; la scuola; dove abiti&), col quale iniziare, deve preoccuparsi, leggendo le domande dell'ambito scelto che siano adeguate e ben tarate alla sua specifica realtà. Può cioè modificarne alcune, toglierne o aggiungerne altre. I simboli vanno poi incollati o direttamente su occhi, naso, bocca, ecc&, sino al completamento del ritratto che visualizzerà così le diversità dei bambini in quell'ambito. Di seguito esempi di volti costruiti, alla fine del gioco. Terminato il gioco, l'insegnante raccoglierà uno vicino all'altro su di un cartellone, tutti i volti dei ragazzi della classe o sezione. Affiancherà poi una legenda sulla quale saranno riportate tutte la domande ed i simboli che , per ogni domanda, rappresentano le due o tre risposte alternative. Scorrendo il tabellone, i ragazzi non solo avranno visualizzata la parziale o totale diversità che li contraddistingue in quell'ambito, ma anche le motivazioni specifiche di ogni diversità e di ogni uguaglianza. L'altra parte del materiale didattico prodotto dal gruppo, come abbiamo detto precedentemente, si propone di evidenziare come vi siano differenze non solo tra individui, ma anche tra gruppi più o meno ampi di persone, secondo la loro provenienza geografica e culturale, secondo la loro religione o il loro sesso. Nel nostro territorio, le famiglie straniere residenti, provengono in maggioranza da tre grandi zone: la Cina, l'India, il Magreb (Tunisia e Marocco). Abbiamo perciò raccolto una serie di materiali (diapositive, fotografie, musiche, fiabe e racconti, videocassette), appartenenti a quelle tre zone geografiche, organizzando per ognuna di esse, giochi, percorsi di approfondimento e possibili ampliamenti affinchè ogni insegnante, con il suo gruppo di bambini o ragazzi, possa conoscere e riflettere su aspetti nuovi, diversi dalla propria realtà e forse invece appartenenti alla realtà di quella bambina cinese o quel bambino tunisino appena arrivati in classe. L'obiettivo di questi materiali, certamente limitati nella quantità e nel genere, è semplicemente quello di "iniziare un discorso". Un discorso è sempre reciproco: ci si racconta come si è, da dove si viene, quali sono le cose e le persone importanti per noi, i luoghi che amiamo& L'insegnante ed i bambini che accolgono nella loro classe un compagno straniero potranno così avere qualche elemento in più per capire e condividere con esso esperienze, giochi ecc. per iniziare una relazione significativa e reciprocamente accogliente. Per ognuna delle tre zone, il materiale è raccolto in tre diverse confezioni all'interno delle quali si trovano una scheda di presentazione (fig. 1) , i diversi materiali e le spiegazioni delle attività e dei giochi (fig.2), con i possibili ampliamenti e suggerimenti bibliografici
|