Editoriale a cura di Arnaldo De Vidi
La televisione e il messaggio dellimperatore
Io avevo scommesso sulla profezia di zio Marshall (McLuhan) che negli anni 60 scrisse: "La generazione dei figli della televisione è più seria dei figli di qualunque altra generazione, meno sperduta, meno assurda. Il ragazzo formato nellèra della televisione è più onesto, aperto e impegnato& Una tecnologia completamente nuova, sensoria, non lineare, ha provocato (non il programma, il mezzo) un coinvolgimento totale. Il circuito elettronico butta addosso a tutti noi, istantaneamente e continuamente, la vita di tutti gli altri uomini"¹.
Ero incline a pensare che la TV sarebbe stata la grande educatrice della società post-moderna, come la chiesa lo era stata della società agricola e la scuola di quella industriale. Sempre secondo M. McLuhan, grazie alla televisione "i giovani istintivamente capiscono il coinvolgimento totale in cui sono immersi, lo vivono miticamente e in profondità".
Purtroppo non è così. Oggi, da recenti sondaggi, la gioventù italiana passa più tempo davanti al piccolo schermo che a scuola; ma la TV ha dimostrato dessere un pessimo educatore/comunicatore. Ritengo che essa debba essere accusata di tre colpe: 1) ignora il dialogo, procede sulla strada a senso unico del monologo; 2) "disinforma", perché vomita troppe notizie senza corredarle delle cause e del contesto; 3) fa lapologia del crimine e del bizzarro.
A coscientizzarmi su questa terza colpa è stato il guru Swami Muktananda. Mi spiegò che divulgare un fatto equivale ad incoraggiarlo. Un telegiornale che parla continuamente di guerre e cronaca nera, anche se dice di disapprovarle, in realtà le diffonde ed esalta.
Non saprei come spiegare bene, ma sento che invece di ricevere una comunicazione per crescere in coscienza e in responsabilità, ricevo continuamente suggestioni negative e input pubblicitari che banalizzano la vita e la persona, un po come denunciava Wendel Berry (trascrivo liberamente): "Dice la TV: amate il guadagno facile.² Desiderate sempre più cose prefabbricate. Abbiate paura di conoscere i vostri vicini& La vostra mente sarà perforata in una scheda e archiviata. Quando vorrò farvi comprare qualcosa, vi chiamerò. Quando dovrete morire per il profitto, ve lo farò sapere"³.
È arrivato il tempo in cui vale la pena pagare in oro una comunicazione autentica, che dico?, un messaggio vero. Per capire meglio, trascrivo qui (molto liberamente) una pagina famosa di Kafka.
"Limperatore ha inviato a te, ombra minuscola fuggita dallabbagliante sole imperiale nelle più remote lontananze, proprio a te ha inviato un messaggio dal suo letto di morte. Non lha affidato alla TV (né a fax, internet, telefonino&). Limperatore ha scelto un messaggero, lha fatto inginocchiare presso il letto e gli ha mormorato il messaggio allorecchio; tantera importante per lui, che se lè fatto ripetere piano ancora una volta. Con cenni del capo ha confermato lesattezza delle parole.
Il messaggero sè messo subito in cammino: un uomo forte, instancabile; avanzando ora un braccio ora laltro egli si fa strada attraverso la moltitudine: se incontra resistenza, indica il suo petto, dove sta il segno del sole. Ma questo non è sufficiente: da tempo il segno del sole non appare in TV che è il mezzo di comunicazione universale; cè poi il frastuono delle radio a tutto volume; ci sono molti sbadati col telefonino allorecchio& E la folla è così grande; non ha mai fine. Se fosse libero il campo, se ci fosse silenzio, come volerebbe! E ben presto tu sentiresti il picchio superbo dei suoi pugni sulla tua porta.
Ma invece come sono inutili i suoi sforzi; ancora cerca di aprirsi un varco nelle sale del palazzo interno; mai ne potrà uscire; e se anche questo gli riuscisse, a che gioverebbe? Dovrebbe lottare per scendere le scale, attraversare i cortili; e dopo i cortili il secondo palazzo esterno che cinge il primo: e ancora scaloni e cortili, e di nuovo un palazzo; e così ancora per millenni; e se riuscisse finalmente a precipitarsi fuori dallultima porta ma mai, mai questo può accadere ci sarebbe ancora tutta la città imperiale dinanzi a lui, il centro del mondo, in cui si addensa tutta la sua feccia. E poi è in pericolo la stessa memoria e lucidità del messaggero, quindi lintegrità del messaggio!
Ma tu stai seduto presso la tua finestra, e sogni quel messaggio, quando viene la sera"4.
¹ M. McLuhan Q. Fiore, Il Medium è il Messaggio, Feltrinelli, Milano, 1968.
² Si veda, per esempio la pornografia delle vincite miliardarie allEnalotto & C.
³ Wendel Berry, Un manifesto per luomo moderno.
4 F. Kafka, Il messaggio dellimperatore, Ed. Adelfi, Mi, 1967 / Rizzoli, Mi, 1993.
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