Approfondimenti


SONO PARTE DELLA MADRE TERRA
di MARIACRISTINA BONOMETTI e MARINELLA CIGOLINI


Vivere da uomini ci consegna la responsabilità di abitare la Terra e di addentrarci nel confine irriducibile posto alla produzione distruttiva della nostra specie, in quel territorio del silenzio e del rispetto dovuto a ciò che esiste in quanto esiste. Difficile confine che ogni società umana ha riconosciuto in modi diversi e che le società che hanno il potere di crearsi e di distruggersi debbono oggi ridefinire. La vita sul pianeta non è più garantita da un ordine divino, ma è posta nelle mani fragili ed esitanti di ciascuno di noi. (A. Melucci)1
Le foreste scompaiono, i fiumi si inaridiscono, il suolo perde la sua fertilità, l'acqua e l'aria sono inquinate.
La maggior parte dei problemi ambientali descritti in termini di "disastri naturali" non è in realtà opera della natura, ma il superamento di un confine da parte degli scienziati e dei pianificatori, per creare una crescita ed un consumo senza limite alcuno. O si rispettano i limiti naturali e l'attività umana viene limitata all'interno di un confine ecologico, oppure i limiti naturali vengono dissolti e violati e la natura sfruttata per l'avidità e il consumo senza limiti della società. (Vandana Shiva)2

 

La nostra proposta è di cominciare l'anno scolastico con attività ecologiche. È altamente educativo e un passaggio ideale dalle vacanze. Qui di seguito forniamo una miniera di suggerimenti.

 

TERRA

Il rapporto che gli uomini hanno con la terra rispecchia il rapporto che essi hanno tra di loro. Ma chi è abituato a vivere in mezzo al cemento, alla plastica, ai computer dimentica facilmente quanto il benessere umano sia connesso alla terra.
"Per noi la Madre Terra si chiama "Pacha Mama" e si riferisce all'universo nel quale viviamo, di cui fanno parte le stelle, il sole, la luna, i fiumi, gli alberi, gli animali, la gente. L'uomo non può essere il proprietario di una parte di questo universo, perché questo implica un'idea di superiorità dell'uomo e questa è un'idea primitiva. Nelle regioni dove vivo c'è un mese particolare, il mese di agosto, in cui pensiamo che la Terra sia aperta per ricevere tutto quello che desideriamo offrirle. Prepariamo un cibo speciale per la Terra, la testincha, e poi scaviamo una fossa nella quale lo depositiamo. Per dare da mangiare alla Terra c'è un'espressione spagnola, "challar", che significa che il cibo viene offerto alla Terra e da lei si diffonde in tutto l'universo. In questo modo ringraziamo la "Pacha Mama" per tutto quello che abbiamo e nello stesso tempo le chiediamo di migliorare l'agricoltura, il clima, l'acqua, non soltanto per noi, ma per tutto il mondo." (Jorge Valente Quiplidor, Vicepresidente del Consiglio delle popolazioni indigene argentine)3.
"Io sono parte della Madre Terra, sento il suo cuore battere sul mio, sento il suo dolore, la sua felicità: vivo la vita della roccia (Preghiera degli indiani Hoki)4
Nel Nord Africa, un missionario fu sorpreso dal curioso comportamento di un beduino. Ogni tanto l'uomo si stendeva per terra, lungo e disteso sul terreno e premeva l'orecchio contro la sabbia del deserto. Meravigliato, il missionario gli chiese: "Che cosa fai?".
Il beduino si rialzò e rispose: "Amico, ascolto il deserto che piange. Piange perché vorrebbe essere un giardino" (B. Ferrero)5
"La terra muore sotto i nostri piedi, riarsa, senz'acqua, nuda sotto il sole. Torna il deserto. Chi ha ucciso la terra? L'uomo. Con la violenza dell'interesse privato, con l'inquinamento che tutto avvelena, con lo sfruttamento indebito delle risorse non rinnovabili, con lo sfrenato consumismo. L'uomo vuole avere sempre più, fino a compromettere il cielo, la terra, il mare, gli alberi, gli animali. L'uomo, con una stoltezza suicida, dissecca, distrugge, avvelena le sorgenti della sua vita. L'uomo, da custode amoroso della terra, si è trasformato in padrone dispotico, che con decisioni irresponsabili vuole piegare tutto e tutti ai suoi bisogni e ai suoi capricci. Bisogna invertire marcia, acquistare una nuova mentalità. Tutti sono chiamati a dare una testimonianza di amore alla vita!" (L. Tavazza) 6

ATTIVITÀ: L'orto biologico

Realizzabile nel cortile della scuola o su una piccola area di terra accanto ad essa. Per far sperimentare ai ragazzi non il possesso della terra e dei suoi prodotti, ma lo scambio con essa, come relazione, come riconoscimento e quindi come rispetto reciproco. E per imparare a:


Gioco della farina e dell'acqua

Ci sono giochi semplici, ma suggestivi. Come questo. I ragazzi vengono messi in cerchio, a terra, con un grande telo di plastica al centro. A ciascuno viene dato un po' di farina bianca, simbolo del prodotto della Terra, un po' di acqua e un po' di sale. Si mescola il tutto e si forma una pallina; poi ognuno lancia la propria pallina verso l'alto e la scambia con gli altri. Infine si riunisce tutta la pasta in un'unica palla, che rappresenta la Madre Terra. Ciascuno ne prende una parte, la manipola, la forma e costruisce un oggetto a sua scelta che rappresenta il suo legame con la terra. Lo fa cuocere. Infine con tutti gli oggetti si fa un'esposizione.

 

FUOCO

Colui che possiede il fuoco ha un grande potere. Il fuoco brucia e distrugge, ma allo stesso tempo cuoce il cibo, illumina la notte, riscalda chi gli siede attorno durante le fredde sere invernali.
L'adorazione del fuoco costituisce quindi una delle manifestazioni religiose più antiche. Presso quasi ogni mitologia esiste una narrazione che descrive come il fuoco fu portato all'umanità: accenniamo ad alcuni miti (si può anche farli oggetto di una ricerca).
Il titano greco Prometeo rubò il fuoco dal monte Olimpo, dimora degli dei, o abbia acceso una torcia con i raggi ardenti emessi dal carro del dio solare Febo.
Una leggenda dei Polinesiani delle isole Cook descrive la discesa dell'eroe Maui al mondo sotterraneo, dove apprende l'arte di produrre il fuoco sfregando insieme due bastoncini. Simile a questo è il mito degli antichi abitanti delle isole Caroline i quali ritenevano che i mortali avessero ricevuto il fuoco dagli dei tramite l'uccello Mwi, che recandolo nel becco lo nascose negli alberi e così gli uomini ricavarono il fuoco sfregando insieme due pezzi di legno.
Tanto le tribù indigene americane quanto quelle dell'Africa occidentale rendevano omaggio ad ancestrali spiriti del fuoco. Gli Aztechi del Messico praticavano il culto del dio del fuoco Xiuheuctli, simile al loro dio solare; anche gli Incas del Perù veneravano un dio del fuoco.
Gli antichi culti greci di Hestia, dea della terra ed Efesto, dio del fuoco, come quelli degli dei romani Vesta e Vulcano, erano caratteristiche integranti della religione classica.
Anche presso le popolazioni slave si praticava il culto del fuoco.
I Celti pregavano spesso Bridget, protettrice del fuoco, della terra e della ferilità.
Strettamente legata al culto del fuoco è la cerimonia religiosa del camminare sul fuoco (sui carboni ardenti); praticata da molti popoli in ogni epoca, si compie ancora oggi a Tahiti, Trinidad, in Brasile, nelle isole Maurizio, nelle Figi, in India e in Giappone8.

ATTIVITÀ: Il forno preistorico

(Attività stimolante per gli alunni e anche per gli insegnanti, in particolare di Storia, Ed. Artistica, Ed. Tecnica. Attraverso questa attività, gli alunni rivivono un momento di vita di un villaggio preistorico).
Materiale necessario: Un pacco da 10 kg di creta da lavorare con le mani, una bacinella di acqua, legna da ardere e foglie secche, un badile, grasso di animale mescolato a carbone naturale, un grande telo di plastica, alcuni sassi, un rotolo di Scottex, un barattolo di sapone liquido lavamani.
I ragazzi devono costruire dei vasi preistorici con il metodo della "colombina": prendono un pezzo di creta e con le mani bagnate nell'acqua lo fanno rotolare sul banco fino a costituire un cordoncino di una certa lunghezza. Lo chiudono a cerchio. I vasi sono formati da molti cordoncini sovrapposti di misure diverse secondo la forma del vaso. Quando si sovrappongono, si lavorano con le mani in modo che le colombine combacino e non ci siano spazi vuoti.
Terminata la lavorazione dei vasi, si prepara il forno vero e proprio: nel cortile della scuola, si scava una buca di 2 m di diametro. Al centro si prepara il fuoco, facendo bruciare la legna e le foglie secche fino ad avere delle braci e della cenere. Si depongono delicatamente i vasi nella buca attorno al fuoco per farli cuocere. Si ricopre la buca con la terra tolta in precedenza, piano per non rompere i vasi. Si copre la buca con il telo di plastica per evitare che, in caso di pioggia, si bagni il forno; si tiene fissato il telo al suolo per mezzo di sassi e tutto intorno è opportuno cintare con nastro rosso e bianco perché non venga calpestato.
Dopo una settimana, si toglie delicatamente la terra dalla buca e, scavando con le mani, si cercano i vasi sotto la cenere. Alcuni, forse, si saranno rotti e ci saranno solo cocci, ma la maggior parte dei vasi sarà cotta e pronta per essere "lucidata". Ogni alunno prende con le dita un po' di grasso animale mescolato con il carbone e spalma il grasso sul proprio vaso, cercando di coprirlo completamente senza tuttavia che sia in eccesso. Dopo due ore circa, con un panno morbido di lana, si lucidano i vasi, che avranno assunto un'aria davvero "antica": sembreranno dei veri reperti archeologici!

 

ACQUA

"Di tutte le risorse naturali, l'acqua è ormai la più preziosa" dice Rachel Carson, studiosa statunitense autrice del libro "Primavera silenziosa", pubblicato nel 1962, nel quale, per la prima volta, vengono denunciati i pericoli che incombono sulle riserve d'acqua dolce a causa dei danni inflitti all'ambiente.
L'acqua utilizzabile sarebbe più che sufficiente per soddisfare le esigenze di tutti gli abitanti della terra, ma purtroppo non è distribuita in quantità adeguate alle necessità: nei Paesi a sviluppo avanzato, gli abitanti delle città consumano un quantitativo d'acqua anche 50 volte superiore a quello consumato dagli abitanti dei villaggi nei Paesi in via di sviluppo (è anche vero che nei Paesi avanzati si riciclano ingenti quantità d'acqua attraverso i sistemi di depurazione).
Ma il Malawi, un Paese tra i più poveri dell'Africa, può essere preso come esempio: riuscirà a garantire acqua potabile a tutta la sua popolazione grazie a progetti di autosufficienza e alla scelta di tecnologie adatte. In molti Paesi invece si muore ancora per malattie legate all'acqua non sicura, contaminata da agenti infettivi. E' necessaria quindi una migliore gestione dell'acqua per fronteggiare il fabbisogno futuro. Nuove dighe, controlli computerizzati per prevenire alluvioni e gestire le risorse d'acqua, razionali metodi di irrigazione per eliminare gli sprechi, maggior riciclaggio dell'acqua, sostituzione delle tubature sono tutti elementi importanti, ma bisogna anche imparare a non sprecare acqua nella vita di tutti i giorni9.

ATTIVITÀ: Controlla i consumi!

Quando ti lavi i denti fai scorrere l'acqua o apri il rubinetto solo quando ne hai bisogno? Chiudere il rubinetto non ti farà forse risparmiare grandi quantità d'acqua, ma se tutti si abituassero a farlo, il consumo complessivo si ridurrebbe in modo apprezzabile. Inoltre è un modo per ricordare che l'acqua è un bene prezioso e non va sprecata. L'attività consiste proprio nel confronto dei consumi d'acqua in due settimane diverse in famiglia.
Il lunedì mattina, prima di recarsi a scuola, si segna su un foglietto il numero che si ricava dal contatore dell'acqua e che ne visualizza il consumo. La prima settimana si svolgono le attività in modo normale, come sempre: lavarsi i denti, lavare la verdura, la biancheria, lavarsi la mattina, tirare l'acqua in bagno ecc. La domenica sera si segnano i consumi e si fa la differenza tra i dati rilevati la domenica sera e quelli del lunedì precedente.
La seconda settimana idem, ma le attività si svolgono cercando di stare attenti ai consumi: non far scorrere acqua inutilmente, chiudere il rubinetto ecc.. Alla fine della seconda settimana si fa un confronto tra i consumi delle due settimane e una riflessione su quanto viene rilevato. Si possono eseguire anche dei grafici e, volendo, si possono rilevare i consumi quotidiani, segnando ogni giorno alla stessa ora il numero riportato sul contatore. Svolta da tutta la famiglia, l'attività offre spunti di riflessione per un cambiamento della propria vita partendo dalle piccole cose di tutti i giorni.

 

METALLO

Fin dalle origini, l'umanità ha utilizzatole ricchezze minerarie presenti sul pianeta. Dopo l'Età della Pietra si è avuta l'Età del Bronzo, poi l'Età del Ferro; oggi utilizziamo principalmente ottanta minerali diversi e in tal modo stiamo lentamente, ma inesorabilmente, avvelenando il nostro mondo. Negli anni '30, l'arsenico era giudicato l'unico metallo cancerogeno; ad esso si sono aggiunti i metalli pesanti, come il mercurio, il piombo, il cadmio, il cromo, il nichel, il titanio, lo zinco e anche i "Pcb" che, pur essendo completamente sintetici, sono altamente tossici. Poiché aumentano i controlli ambientali e le preoccupazioni della gente, le scorie di questi prodotti "velenosi" vengono spedite per essere eliminate nel Terzo Mondo: un tipo di esportazione davvero pericoloso!

ATTIVITÀ: Lattine&monumentali

Getti via le lattine vuote delle bevande? L'alluminio leggero di cui sono composte sembra non avere alcun valore, però per produrre i milioni di lattine utilizzate ogni giorno, vaste zone minerarie dei Caraibi, dell'Africa occidentale e dell'America meridionale sono state trasformate in paesaggi desolati e si sono utilizzati grandi quantitativi di combustibili fossili. Il riciclaggio delle lattine consente di estrarre meno alluminio e di bruciare meno combustibile10.Un laboratorio legato al problema dei rifiuti e del riciclaggio permette anche di svolgere un'attività pluridisciplinare che si conclude con la costruzione di oggetti utilizzando tutti i materiali di scarto.
Dopo che hai consumato Coca Cola, Sprite ecc., raccogli le lattine vuote, lavale bene e lasciale asciugare. Usa le lattine per ricostruire in miniatura monumenti e palazzi della tua città. Per unire le lattine usa colla tipo Bostik.

 

LEGNO

Da circa quattro milioni di anni, dal momento in cui la vita delle foreste e quella dell'uomo si intrecciano, le foreste garantiscono la nostra sopravvivenza. Ma da allora comincia anche la loro distruzione. I nostri antenati dipendevano dagli alberi per ripararsi, nutrirsi, cucinare, fabbricare suppellettili, barche, utensili; anche ora gli alberi sono indispensabili perché ci forniscono ossigeno, legname, cibo, medicine, carta, vari oggetti e materiali, difendono il suolo dall'erosione e lo rendono fertile, mantengono pulita l'aria, controllano il clima, evitano la dispersione dell'acqua piovana e permettono la vita di migliaia di specie. Ogni anno, tuttavia, distruggiamo circa 17 milioni di ettari di foreste e boschi tropicali; in tutto il mondo gli alberi stanno scomparendo a una velocità dieci volte superiore al ritmo con cui vengono piantati. Nei Paesi in via di sviluppo si tratta soprattutto di legna da ardere o di legname da costruzione, mentre nei Paesi industrializzati il legno viene lavorato per la produzione di carta, imballaggi, utensili domestici11.

ATTIVITÀ: Aprite una strada

I ragazzi, in gruppo, devono decidere riguardo all'apertura di una strada in una regione di foresta vergine tropicale.
Ad ogni ragazzo sono consegnati dei fogli sui quali sono riportati i ruoli che ognuno ha nel gioco: colono, guida turistica, medico, allevatore di bestiame, ornitologo, coltivatore di grano, proprietario di una segheria, sindaco, membro di una tribù che vive nella foresta da moltissimi anni, membro di un'associazione in difesa degli animali, presidente di una compagnia di produzione energetica, ufficiale dell'esercito, banchiere ecc.
In base al ruolo ogni ragazzo deve far valere le proprie ragioni: tutti sono cittadini di una città attorniata dalla foresta tropicale lussureggiante. Si riunisce il Consiglio comunale per decidere se attraverso la foresta può essere costruita una strada.
Partecipando ad un gioco di ruolo, gli allievi si aiutano reciprocamente a scegliere, a capire le cause della deforestazione e a trovare possibili interventi; capiscono come le foreste tropicali siano sempre più oggetto di sfruttamento a causa della pressione economica e sociale; sviluppano capacità di cooperazione e di discussione.
Tempo necessario 50 minuti12.

 

BIBLIOGRAFIA

1. A. Melucci, Il gioco dell'io, Feltrinelli, Milano 1996, pag. 131
2. Wolfgang Sachs, Dizionario dello sviluppo - Risorse di Vandana Shiva, Ed. Gruppo Abele, Torino 1998, pag. 280
3. Intervista a Cem Mondialità, Novembre 1991, pag.13
4. R. Kaiser, Dio dorme nella pietra, Red edizioni, Como 1992, pag. 106
5. B. Ferrero, 40 storie nel deserto, Elle Di Ci, Torino 1996, pag. 8
6. L. Tavazza, Diagroup n° 8, Custodire la terra, Elle Di Ci, Torino 1981, pag. 9
7. G. Zavalloni, La scuola ecologica, Macro edizioni, Cesena (FO) 1996, pag. 84
8. Enciclopedia Microsoft Encarta 98, Microsoft Corporation, Adorazione del fuoco
9. (a cura di) Norman Myers, Atlante di Gaia: un pianeta da salvare, Zanichelli, Bologna 1987
10. Miles Litvinoff, Il primo atlante di Gaia: come avere cura del nostro pianeta, Zanichelli, Bologna 1997
11. Il primo atlante di Gaia, pagg. 22-23
12. Pianeta amico, Collana Mondialità n° 18, Volontari per lo Sviluppo, 04.09.1995, pag. 75