Collana Mondialità
La via obbligata dell'interculturalità
di Antonio Perotti
La mobilità geografica internazionale, l'informazione e la comunicazione senza frontiere hanno distrutto l'unità tra cultura e territorio, lingua e territorio, religione e territorio, imponendo in termini nuovi i rapporti fra il diritto dell'educazione, il diritto del sangue e il diritto del suolo, rapporti che l'istituzione scolastica tradizionale non sa più mediare. Quest'opera si iscrive dunque nell'attualità dell'Europa e risponde alla sfida lanciata alle istituzioni educative e culturali dalla multiculturalità dei nostri Paesi. Il suo scopo è di presentare ad un largo pubblico una sintesi delle riflessioni alle quali sono pervenuti i numerosi lavori del Consiglio d'Europa in ordine all'educazione interculturale. Non si tratta però di una retrospettiva, ma di un problema vitale del nostro tempo: quello della formazione delle identità, tanto individuali che collettive (etniche, nazionali, religiose, sociali), del loro rapporto con la società e la città, della loro iscrizione nell'universale, della ragione e della libertà: in una parola, del diritto per l'individuo di essere uomo, secondo l'antica espressione del greco Menandro: "Sono uomo. Nulla di ciò che è umano mi è estraneo". Antonio Perotti, diplomato in filosofia, teologia, scienze sociali e politiche, è stato dal 1974 al 1994 direttore del Centre d'Information et d'Etudes sur les Migrations Internationales di Parigi (CIEMI). Dirige la rivista bimestrale "Migration et Societé" dello stesso Centro ed è responsabile dell'edizione francese del mensile "Migrations Europe". A. Perotti, La via obbligata dell'interculturalità, Emi, Bologna, 1994 . |