|
Laboratorio n° 5
"Il granaio è bruciato. Adesso, posso vedere la luna." (Masahide)
condotto da Mauro Carboni
Attività progettate ed elaborate da:
Carla Alma Siciliotti (danzaterapeuta)
e Mauro Carboni (doc. pedagogia mus.)
Scheda di presentazione.
Cose che nascondono altre cose. Oggetti, pensieri, immagini e desideri, che ci filtrano l'esperienza e ci trasformano la vita. La dimensione dell'avere prevarica e confonde quella dell'essere. Un Koan Zen, tanto per cominciare. Un piccolo grande nucleo di riflessione emblema in sè di ciò che noi possiamo anche intendere per sobrietà. Tensione estrema verso ciò che è essenziale, problematizzazione infinità, semplificazione al limite, sapiente attesa, incrollabile fiducia.
Questo, come nel Koan citato, per dire e capire come anche in un momento difficile (quale può essere la perdita di un bene prezioso) si possa cercare (e ritrovare) un distacco reale dalla immediata materialità per scoprire magari un atteggiamento (che è anche una filosofia) che ci consente di andare oltre, di assorbire il dolore o la rabbia e il baluginare delle passioni (senza per questo negarli), per giungere ad un diverso livello di consapevolezza, di noi e di ciò che determina il senso del nostro vivere, nel quotidianità e nel tempo.
Sobrietà quindi, come paradigma culturale, e non nel senso restrittivo di "rinuncia", piuttosto come ricerca di ciò che è essenziale, autentico, significativo.
E' da qui che questo laboratorio di ricerca intende percorrere le vie dell'animazione/riflessione collettiva, con gli strumenti del suono/musica e del gesto/danza, nelle forme del gioco e della improvvisazione.
Lavorare in termini di espressività personale sul tema della sobrietà in qualche modo ci porta comunque a ricercare l'esperienza e il confronto dell'estremo limite opposto, ovvero lo stato di ebbrezza, di soppraffazione sensoriale, che una esperienza ci può indurre, nel nostro caso evidentemente sonoro-musicale oltrechè gestuale, di danza.
Per ritrovare poi la significatività dei gesti e dei suoni (veicolo/strumento e allo stesso modo percorso di 'e-stasi') e ricondurli all'essenzialità, alla semplicità, ad una armonia di mezzi espressivi che può essere ritrovata e rigiocata in ogni istante del nostro esistere, nella gioia che viene dalla comunione/comunicazione, senza che sia in sostanza 'necessario' perdere il senso del 'limite' della nostra peculiare identità per sperimentare (tra l'altro solo episodicamente) la carica vitale ed il potenziale creativo che ci portiamo dentro.
Un laboratorio quindi di musica e danza che muoverà dal 'pro-fanum', ovvero le celebrazioni collettive e le feste 'fuori dal tempio', nel segno antico ed usuale della trasgressione concessa, per entrare poi nel 'sacro' e nel 'secretum', ovvero nel luogo riservato, che è 'parte' di ciascuno di noi e allo stesso tempo 'Noi' nel senso di interezza, integrità e identità.
Al di là del possesso di tecniche particolari e al di qua di un superficiale spontaneismo. Per dare spazio al futuro di ciascuno: interventi socioculturali, progetti didattici, input formativi, crescite individuali.
Partecipanti (19): Baldin Emma, Boccale Nadia, Catellani Margherita, Fanti Marinella, Gallina Steven,Giuliani Maria Dominica,Gnani Donatella, Grassi Giuseppe, Greco Lidia, Ildebrando Maria Pia, Lodi Andrea, Mazzullo Elena, Messina Idria, Nicolini Bruno, Orlacchio Tiziana, Paganotti Giuseppe, Roy Monica, Villa Patrizia, Zezza Angela.
Descrizione delle esperienze.
Lasagne Vocali in 'Salsa' di Pappagalli e Contorno di Angeli Custodi.
E' l'attività che apre il laboratorio, quindi di facile accesso e coinvolgente, funzionale alla coesione del gruppo e alla strutturazione di sottogruppi, si svolge nell'ambito del Grande Gruppo dove però i Singoli hanno ruoli e compiti specifici in un progressivo intreccio di relazioni sonore-musicali. La cornice e la struttura stessa dell'attività è fondamentalmente ludica.
Dapprima si chiede ai partecipanti di optare per i diversi ruoli del gioco, Lasagne in 'Salsa', Pappagalli, Angeli Custodi; quindi il conduttore dispone in cerchio quattro partecipanti e (assegnando per imitazione vocale melodico-ritmica) struttura una Lasagna Vocale (stratificazione progressiva e correlata di ostinati) su un 'giro' ritmico/armonico/melodico che richiama alla mente il genere 'Salsa'. A seguire entra in gioco un primo giro di Pappagalli, scegliendo liberamente chi andare ad imitare dei quattro precedenti, l'imitazione deve ancora essere vocale ma distanziarsi sufficientemente dall'originale, pur mantendo sia elementi di riconoscibilità che una buona forma d'insieme.
Il secondo giro di Pappagalli questa volta viene invece suonato con strumenti a percussione scelti opportunamente da ciascun Pappagallo per inserirsi al meglio nello specifico intreccio musicale a cui si decide di fare riferimento, qui l'imitazione è riferita al Pappagallo precedente e non all'originale della Lasagna, la differenziazione può essere minima ma comunque creare incastri ritmici-timbrici interessanti.
A questo punto entrano in gioco gli Angeli Custodi, anch'essi con strumenti a percussione (ma eventualmente anche con la voce) con il ruolo di coordinare e incorniciare l'insieme sonoro a cui si fa riferimento ma anche nel tentativo di smussare eventuali durezze sonore rispetto gli altri sottogruppi.
Il conduttore, oltre che ad agevolare e segnalare i vari momenti e le entrate, rientra in gioco dirigendo le dinamiche dei diversi cerchi concentrici, indicando stop improvvisi e rientri (insieme o uno alla volta) ed infine chiudendo con un gesto l'intera performance.
Una volta definiti i sottogruppi il gioco-improvvisazione si ripete cambiando i diversi ruoli.
Alle Sorgenti del Rito.
L'attività si svolge nell'ambito del Grande Gruppo agita come Singolo da ogni partecipante e solo nel finale si giunge ad un momento coesivo collettivo.
Su una base musicale *** i partecipanti danzano lavorando sulla ripetizione di una sequenza coreutica data e sulla variazione personale che ciascuno di essi via via esprime.
Inizialmente nell'alternanza delle due situazioni predomina la variazione personale, poi mano a mano che il rito procede i tempi/spazi per la variazione si riducono facendo emergere sempre più il movimento collettivo della sequenza coreutica assegnata.
I passaggi vengono scanditi da segnali musicali del conduttore concordati in precedenza, così come nel finale ad un particolare tipo di segnale ciascuno prende per mano chi si trova vicino formando dapprima una catena e poi un grande cerchio danzante.
Sempre ad un segnale musicale convenuto la danza / rito ha termine.
La Mosca nella Tela del Ragno.
La percezione dell'altro e dello habitat come limite ed ostacolo personale è il filo conduttore di questa attività che si svolge inizialmente in Grande Gruppo, quindi con la performance di tre dei partecipanti (con cambi a seguire). Vengono impiegate in questa attività tre basi musali *** in sequenza ad articolare i diversi momenti e sviluppi.
Inizialmente il gruppo cammina (occhi aperti, postura eretta, braccia lungo i fianchi) liberamente nello spazio della stanza cercando di determinare il proprio percorso personale ma senza arrivare ad urtare gli altri partecipanti, inizialmente in modo deciso solo in avanti con stop/break improvvisi atti funzionali all'evitamento ed alla rotazione con conseguente cambio di direzione. Dopo questa prima breve fase si passa ad un procedere che include ora tutte le potenzialità gestuali, liberamente danzato e lentissimo (occhi chiusi), i diversi contatti possono trasformarsi temporaneamente in intrecci, blocchi o altro. Il contatto non va nè cercato nè rifiutato o subito, semplicemente accade. L'idea è quella di percepire il realizzarsi di una tela - rete - intrico limitante. Ad un segnale sonoro il lavoro collettivo procede verso il suolo.
Al termine di questa fase centrale (ovvero del secondo brano musicale) ogni partecipante si ferma e prende possesso dello spazio suolo (sempre ad occhi chiusi) trattenendosi (trattenuto a sua volta) a chi sta vicino (mani, piedi, gambe, braccia, spalle). La tela del ragno è pronta.
Sulla musica del terzo brano la rete segue i movimenti dei partecipanti designati (tre o più) con un tocco da parte del conduttore, senza impedire nè assecondare i movimenti, una sorta di adeguamento passivo dove l'unico limite è dato dalla forza di gravità. La danza dei designati si riflette quindi su tutto il gruppo, via via a tutti (attraverso una serie di segnali-cambio convenuti) viene data la possibilità di agire la danza.
La musica sfuma con il completamento dell'esperienza.
Ad un segnale ciascuno si stacca dagli altri, apre gli occhi e nella postura in cui è dirige le braccia e/o le gambe verso l'alto.
Ali per Danzare.
In questa attività il tema formante è quella dell'altro come aiuto, nelle sue diverse accezioni e peculiarità, nell'esperienza particolare della sospensione e del volo simulato.
Il lavoro espressivo è quello di un Singolo rispetto ad un Semigruppo, quindi abbiamo due performance in contemporanea. A rotazione tutti compiono l'esperienza.
Possono essere impiegate tre diverse basi musicali ***, a seconda che il Singolo scelga di lavorare con il Semigruppo posizionato a livello alto (in piedi), medio (in ginocchio) o basso (a terra), è allo stesso modo ad arbitrio del Singolo la scelta di essere bendato o tenere gli occhi chiusi o aperti secondo la situazione creatasi. E' senz'altro un'esperienza coreutica basata sulla fiducia in quanto ognuno può cercare di danzare la base prescelta al livello prescelto senza mai toccare il suolo, sempre sostenuto dai compagni che assecondano ed interpretano i movimenti del compagno.
Ali per Suonare.
Attività svolta da Singoli con Piccolo Gruppo. Ogni partecipante sulla scorta della precedente esperienza (Ali per Danzare) realizza una metafora poetica, haikù o altro materiale che viene poi letta al sottogruppo (e implicitamente anche a tutti gli altri) interpretando le vocali, le sillabe e le consonanti, includendo melodie improvvisate e altre sonorizzazioni vocali, con l'aiuto degli altri ogni singolo inizierà poi ad improvvisare (con strumenti a percussione di vario genere) riprendendo le idee sorte dall'esperienza coreutica e da quella poetica, assecondato e rispettato nelle sue intenzione espressive dall'improvvisazione del sottogruppo. Il resto dei partecipanti svolgerà di volta in volta il ruolo di Gruppo Osservante.
L'Aleph : la Parte e il Tutto.
Attività svolta singolarmente.
La precedente giornata ha permesso di dare luogo a diversi momenti significativi di gruppo e personali, inoltre ha probabilmente generato in più d'un partecipante qualche 'esperienza di picco', vere e proprie scariche e ricariche emotive. In particolare vogliamo ritornare alle esperienze pomeridiane (Ali per Danzare e Ali per suonare).
Ad ogni partecipante alla fine della precedente giornata è stata data una copia dell'omonimo racconto (L'Aleph) di Jorge Luis Borges.
Si tratta per ognuno di sfrondare dall'insieme delle attività svolte e di cercare di giungere non ad una sisntesi bensì ad alcune scelte consapevoli che mirano a recuperare nella loro essenziale semplicità l'intera valenza delle due esperienze del pomeriggio precedente.
Per alcuni può essere una postura o una sequenza gestuale (per altri un ritmo, una cellula melodica, un amalgama timbrico, ecc.) a contenere entro sè in senso 'olistico' (la parte per il tutto) la totalità dell'esperienza agita.
Certamente alcuni potranno propendere per un recupero di più materiali gestuali/danzati o sonori, intesi come frammenti minimi autosufficienti che ricompongono nella loro essenza l'intero insieme dell'esperienza vissuta.
Ognuno quindi scegli se agire la nuova improvvisazione individuale, in forma di danza o di performance musicale, a partire dal Nucleo/Aleph individuato, non semplicemente riproponendolo ma ampliando, sviluppando, ricreando l'intensità delle esperienze precedenti, centrando il proprio progetto espressivo proprio su quel particolare frammento d'identità.
Elephant Man.
Attività di Singoli in Semigruppo con l'altro Semigruppo Osservante.
La storia narrata dal film "Elephant Man" è abbastanza nota, è quella di una persona riconosciuta e vissuta dagli altri solo per una parte del proprio sembiante corporeo, proprio quella parte che magari vorremmo fosse da tutti ignorata o altrimenti compresa nella interezza di ciò che siamo.
Ognuno di noi sa, più o meno consapevolmente quale è la parte del proprio corpo che sente come limite, che di fatto non ama particolarmente (o per niente). Di solito si cerca di nascondere o mascherare tale sensazione, in questo frangente si chiede invece di danzare/improvvisare sua una base musicale *** senza la parte in questione, isolandola dal contesto espressivo gestuale, cercando insomma di... farne a meno.
Inizialmente il G.G. viene diviso per avere un Semigruppo agente ed un altro osservante a turno, poi l'attività viene ripresa dal G.G. e ad ogni Semigruppo corrisponde un segnale sonoro che funge da in/out , attivando o immobilizzando nella posa gestuale del momento i partecipanti corrispondenti, creando così una struttura coreutica d'insieme.
The Dark Side of The Moon.
Attività di Singoli in Piccolo Gruppo, il resto del Grande Gruppo svolge di volta in volta il ruolo di Osservante. A tutti i partecipanti, in una prima fase, viene chiesto di rappresentare/proiettare in forma pittorica e/o grafica (di tipo astratto) la componente del proprio carattere che meno ama. Successivamente ci si divide in Piccoli Gruppi, in quest'ambito improvvisando tutti contemporaneamente (S. in P.G.) ognuno crea una danza personale a partire da elementi posturali, grafici, cromatici, ricavati dal proprio 'dipinto', unendo alla improvvisazione gestuale una improvvisazione vocale e/o strumentale (uno o due strumenti a scelta). Quest'ultima enfatizza, sottolinea, arricchisce, quella della danza.
I vari Piccoli Gruppi si avvicendano dando a tutti l'opportunità di agire l'esperienza e vivere l'esperienza degli altri.
Il Dono.
Attività di Singoli con G.G. Osservante. Il Grande Gruppo è seduto a terra disposto a 'ferro di cavallo', dal parte dell'apertura sono disposti molti strumenti a percussione, lo spazio all'interno deve rimanere libero per l'azione gestuale e musicale. Inizia e chiude il conduttore.
Ad ogni partecipante viene chiesto di porgere un Dono (poetico, sonoro, gestuale) ad un altro/a componente del Gruppo: in forma poetica (you are like..., tu sei come..., immagini e metafore libere), quindi prendendo uno strumento musicale agire il proprio dono poetico come musica e danza, sempre rivolti al compagno/a (in tal senso lo strumento musicale entra a far parte della danza stessa come oggetto agito), al termine si ritorna al proprio posto.
A questo punto chi ha ricevuto il Dono contraccambia alla stessa maniera (naturalmente con scelte personali) quindi a sua volta fa un ulteriore Dono a un altro/a partecipante. Il gioco di scambi continua fino a che tutti hanno ricevuto almeno un Dono, a quel punto il conduttore riceve l'ultimo Dono e chiude con un Dono al Gruppo.
Il Pozzo dei Desideri.
Attività a Coppie in Grande Gruppo. Disposti in cerchio, a ciascuno viene chiesto di scrivere su un foglietto un proprio desiderio inconfessabile, quindi dopo averlo ripiegato il foglio viene posto in un contenitore al centro del cerchio. Il conduttore mischia ed estrae di volta in volta un desiderio segreto al quale viene abbinata una base *** scelta 'ad hoc' dal conduttore stesso, quindi con criteri liberamente casuali vengono formate coppie con tutti i partecipanti. Le coppie formate danzano contemporaneamente, la consegna è di interpretare il desiderio in forma di danza in modo assolutamente personale ed interagendo inoltre con il partner di turno. La scelta casuale dei desideri si ripete più volte, formando poi sempre nuove coppie e con diversi abbinamenti musicali ***.
The Train.
Attività musicale in Grande Gruppo. Sulla base dell'omonima canzone di Bobby Mc Ferrin ogni componente del G.G. entra, uno dopo l'altro in ordine sparso, cercando di inserirsi nell'intreccio sonoro del brano musicale con un suo proprio riff/ostinato melodico (vocale) o ritmico (percussivo, strumento a scelta). Quando tutti sono entrati in gioco la base viene sfumata ed il gruppo, guidato dal conduttore, continua in forma di improvvisazione. All'inizio si cerca di organizzare al meglio l'amalgama sonoro attraverso variazioni e modifiche minime, poi via via elaborando la propria idea musicale personale allontanandosi dal materiale sonoro di partenza.
Il Sasso nello Stagno.
L'attività è divisa in due fasi: (A) Singoli in G.G. e (B) 2 Semigruppi.
Nella prima parte ad ogni partecipante viene chiesto di scegliere/individuare una 'parola-chiave' che sia essenziale e significativa del proprio stato d'animo in relazione all'esperienze fino ad ora svolta nell'ambito del Gruppo. Poi, uno alla volta, ciascuno si alza e danza nel silenzio interpretando la parola e concludendo la breve performance esprimendo la parola stessa in modo sonorizzato insieme alla danza. Nella seconda fase vengono formati due Semigruppi all'interno dei quali l'insieme delle 'parole-chiave' dei Singoli darà origine ad un progetto espressivo comune che dovrà sfociare in una vera e propria coreografia su una base *** fornita dal conduttore (la stessa per entrambe i Semigruppi). E' estremamente importante che in ogni Semigruppo venga ricercato l'estremo limite espressivo, quindi sollecitando una notevole produzione di idee, iniziando poi un processo di 'scrematura', di evitamento del superfluo e del ridondante, di ricerca di essenzialità, semplicità e significatività, insomma un progetto all'insegna dell'equilibrio e della sobrietà. La performance viene poi agita di fronte all'altro Semigruppo che quindi ha funzione di Osservante.
PuntoLinea.
Attività per due Semigruppi e quindi per una Coppia agita/agente nel rispettivo Semigruppo.
Nella prima parte di questa attività il G.G. viene diviso in due Semigruppi, anche non omogenei, per libera decisione dei partecipanti in relazione al tema dell'attività. In sostanza si chiede a ciascuno di optare o per un lavoro gestuale sul Punto (pulsazione, segmentazione, spazio a termine) o sulla Linea (tensione, continuità, curva/retta, infinito). Inizialmente i gruppi lavoreranno separatamente e alternati su due basi musicali diverse ***, quindi proveranno almeno una volta a danzare la scelta opposta, quindi danzeranno insieme allo stesso tempo alternandosi a segnali convenuti del conduttore. Nella seconda parte dell'attività ciascun Semigruppo designera una coppia per continuare il lavoro gestuale mentre gli altri sonorizzeranno la/le coppia/e con la tecnica già sperimentata altre volte in Danze Sonore.
E' importante che sia nella ricerca espressiva riguardante PuntoLinea non si pensi solo alla azione del nostro sè corporeo ed espressivo verso lo spazio, ma anche a noi stessi come spazio agito dall'impulso musicale; ed ancora che il gesto ha un'inerzia espressiva che lo porta inevitabilmente all'espansione o alla contrazione, in qualsiasi caso è determinante 'abitare il limite' della significatività espressiva e poetica di ogni nostra scelta/improvvisazione gestuale, nella coerenza e nella sincerità.
|
|