ATTI

Laboratorio n° 2

LIMITARE&

Davide Bazzini
Paolo Ragusa


Un inventario, per cominciare

Francesca, Giulia, Sara, Sandra, Valentina, Ivana, Walter, Livia, Luciano, Giuseppe, Lella, Laura, Giovanni, Laura, Davide, Paolo.
"Cammino. Sorrido a tutti. Conto le stelle. Imito chi amo. Chiamo i miei amici al telefono. Dico a qualcuno: ti voglio bene. Parlo con Dio. Ritorno bambino. Dico di no. Rido di me. Leggo un libro. Chiedo aiuto. Cambio pettinatura. Ricordo una canzone. Penso. Termino un progetto. Elimino un vestito di troppo. Spengo il televisore. Sbaglio. Mi arrabbio. Mi prendo cura di me. Manifesto il mio dissenso. Mangio. Vado dal barbiere. Lascio ad un altro un lavoretto interessante. Tocco. Attendo che mio figlio nasca. Lavoro. Guadagno. Consumo. Ho paura. Mi sento solo. Vado in terapia. Spio le formiche. Guardo il mare&"
Scegliamo di partire da un inventario del nostro limitare. Raccogliamo cose minime, massime, lente, veloci, vicine e distanti.

"Che ci faccio io qui?"

Proviamo a suscitare e a mettere in relazione le nostre domande di ricerca. Esploriamo il bisogno formativo a partire da ciò che conosciamo, dal limite che intravediamo.
"Cosa voglio diventare? Un bambino."; "Come resistere e convivere con il "troppo" che avanza?"; "Qual è il mio limite e quali sono i miei limiti e come posso trasformarlo/li in finestre e porte sul mondo per andare oltre ed incontrare gli altri?"; "Perché sto volentieri con i giovani del gruppo?"; "Ho intrapreso una strada nuova ma per percorrerla cosa mi serve?"; "Questo pesante senso di limite che mi assale è il risultato di uno scavo nella mia umanità o il segnale che sono fuori strada. Sono vittoriosa o sconfitta?; "Quali parole ancora? Quali altri modi?"; "Scopriamo parti di noi?"; "Come vivere da protagonista? Come aiutare gli altri ad esserlo?; "Quali sono le modalità per narrare e condividere il mio vissuto senza essere presupponente? Come e dove arrestare il continuo desiderio di fuga?"; "So da dove parto,& ma dove arriverò? Tutto, tutto, tutto, o solo ciò che mi serve?"; "E' possibile essere espressione della propria esperienza?"; "Quale senso ha la ricerca continua del nuovo?"&

Un tempo/luogo al limite: il meriggio

"La scoperta della Nutella, al caldo, in Sicilia. Bagnare il pavimento di casa con un tubo, in Iran. Gli esami di I Media. Il sassolino raccolto in spiaggia. L'angoscia dell'attesa. La villa sulla Via Appia. Piazza del Popolo. Creare corrente d'aria in casa. La pietraia. Le persiane serrate. Le cicale. Scalare la montagna a passo lento. Il sasso."
Assumiamo il meriggio come vincolo ambientale del ricercare, di dentro o di fuori. Ascoltiamo i meriggi di ciascuno. Le storie cominciano a svelare le diverse identità narranti.

Apprendere il limite: osservare, spiare, ascoltare

  • "Io sono parte di tutto quello che ho incontrato..." (Ortega Y Gasset)
    Proponiamo attività di esplorazione ambientale alla ricerca di suoni, colori e forme che svelino il genius loci.
  • "Le persone sono strane, sono diversi i volti, ignoti i gesti&" (J. D. Morrison)
    Come gli Argonauti volgiamo lo sguardo sugli altri, per scoprirne gesti, sguardi, rapporti con gli oggetti e gli spazi.
  • "Tutta la nostra esistenza ha come condizione l'infedeltà a noi stessi" (M. Yourcenar).
    Con Narciso gustiamo il guardarci dentro, provando a raccontare quelle volte in cui ci siamo accorti di&

Comprendere il limite: abbracciare, accogliere, riconciliarsi

Attraverso l'uso di tecniche espressivo/teatrali proviamo a facilitare una possibile rielaborazione di situazioni relazionali al limite.
"Colleghi che etichettano. Un bambino in difficoltà. In Consiglio Comunale. Alla Scuola Elementare. Una bambina ribelle".
Come i treni a vapore di stazione in stazione accogliamo il limite delle cose, con le persone, nelle relazioni, nei fatti, nei processi, negli esiti.

Intraprendere il limite: scegliere, includere, limitare

"E' semplicemente la constatazione che il tempo è legato a una nostra assunzione di responsabilità, che non è un dato naturalistico, ma è strettamente legato alla nostra possibilità di conquistarlo, di rallentarlo e di accettarlo. [&] L'accettazione del limite sta accanto alla possibilità di superare dei limiti. Accettare il limite, nel caso del tempo, consiste nell'accettare i processi di invecchiamento irreversibili; e, nello stesso tempo, accettare ciascuno di avere l'età che ha, può essere il miglior modo, o tra i modi più interessanti e piacevoli, di vivere quell'età senza appesantirla, senza renderla odiosa a sé e agli altri. [&] Questo senso di responsabilità è il senso del tempo, è lo stesso senso. [&]1."
Si fa strada una nuova consapevolezza del limite, ritrovato, quotidiano, vicino, interiore, globale, generoso, fecondo.
Dal naturale all'intenzionale limitare&

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  1. A Canevari , Saper perdere tempo, saperlo guadagnare, in P. Perticari, Attesi imprevisti, Torino 1996, p. 13.