INTRODUZIONE AI LABORATORI di Rita Vittori Come tutti gli anni il Convegno CEM si caratterizza per la ricchezza delle proposte dei laboratori. Chi ci segue da molto tempo sa che amiamo avere una figura di riferimento, un input culturale che ci aiuti ad allargare gli orizzonti, ma siamo anche molto attenti al gesto e al comportamento, come ha sottolineato Antonio Nanni nel suo intervento di apertura. Chi educa, chi lavora nell'ambito dell'educazione ha bisogno di gesti perché il gesto viene interiorizzato dagli educandi: noi educhiamo e possiamo trasformare il comportamento degli altri solo trasformando prima il nostro "interiore", ma poi anche il comportamento: infrangendo un po' la logica della separazione tra il comportamento e l'essere, alla ricerca di una coerenza sempre maggiore tra quanto diciamo e quanto facciamo. Nella storia del CEM i Laboratori sono sempre stati dei luoghi di esperienza, di proposte educative, di metodologie, dove si tentava questa coerenza fra il messaggio e il modo in cui il messaggio viene mandato. Penso di parlare non solo a nome del CEM: infatti quando noi andiamo a fare corsi di formazione abbiamo questo riscontro: cioè grazie all'esperienza dei Laboratori CEM sta cambiando qualcosa nella scuola. Non siamo solo noi, chiaramente, ad essere portatori di questo cambiamento, ma diamo anche noi il nostro contributo. Sempre riprendendo le parole di Antonio Nanni, il recuperare il limite, significa anche recuperare il nostro potere personale, ossia quanto noi possiamo fare, malgrado tutto ciò che accade intorno a noi e malgrado il fatto che non tutti siano della nostra idea, cosa possiamo fare nel nostro piccolo, nel nostro limite? Se il limite deve diventare risorsa, esso ci delinea una sfera di potere che forse non abbiamo guardato con occhi giusti. In fondo il governo mondiale, la globalizzazione ha anche l'obiettivo di toglierci, di non farci vedere quanto possiamo fare noi come singoli e come collettività. Quindi uno dei nostri obiettivi, tramite il lavoro che svolgeremo tutti insieme nei laboratori, è proprio quello di recuperare la capacità di guardare con occhi nuovi il nostro potere personale: ossia, che contributo possiamo dare per il cambiamento nei nostri luoghi di vita quotidiana, che sono il lavoro, l'associazionismo, il volontariato, la politica& insomma tutti i luoghi in cui la vita si svolge. Tutti i laboratori vertono sul tema del Convegno, anche se dalla presentazione non risulta sempre chiarissimo poiché, da qualche anno, abbiamo maturato l'esperienza di usare la metafora, un po' per liberarci dalle pastoie razionalizzanti e "scientistiche" cercando di liberare la fantasia, ma soprattutto di non trasmettere l'univocità dei significati. La metafora ci aiuta infatti a plurisignificare, cioè ad attribuire anche significati completamente diversi a uno stesso oggetto, a un simbolo, a un segno, e quindi a liberare la possibilità di incontrare universi e significazioni diversi. Malgrado voi non siate forse riusciti a cogliere il legame fra il limite e la presentazione dei Laboratori, questo potrete coglierlo direttamente lavorando nel laboratorio che avete scelto. Soprattutto per chi è nuovo, ripeto che i Laboratori hanno la caratteristica di essere "laboratori di ricerca", dove il conduttore ha la funzione di stimolare il gruppo a pensare, a creare, a interrogarsi, e a ricercare delle risposte proprie. Qui non vi si proporranno degli stimoli, ma la vera risorsa e il vero luogo del potere personale, e il potere di ristrutturare anche l'esperienza. Questo avverrà proprio nel piccolo gruppo dove andrete a lavorare. |