UN TENTATIVO DI CONVERTIRE LA CHIESA ITALIANA
CONVEGNO MISSIONARIO NAZIONALE
Per la seconda volta, dopo il Concilio, tutte le forze missionarie presenti in Italia si sono confrontate per quattro giorni in un Convegno, celebrato a Bellaria (Rimini), dal titolo: "Il fuoco della Missione".
Giorni di studio, di tavole rotonde, di dibattiti, per cercare insieme prospettive future di evangelizzazione. Un'occasione privilegiata per verificare il servizio svolto "fuori dalle mura" della Chiesa italiana e per fare memoria della "missione alle genti", alla vigilia del Giubileo del 2000.
Con forza si sono richiamati il senso e l'urgenza della testimonianza e dell'annuncio universale. Ma soprattutto è risultato necessario consolidare l'unità delle forze missionarie della Chiesa italiana attorno ad alcune idee guida nell'ambito della cooperazione tra le Chiese, e questo nella consapevolezza che "la comunione è la prima forma di missione".
A ciò si aggiunga l'esigenza sperimentata in quasi tutte le diocesi italiane di accrescere l'impegno missionario nella pastorale quotidiana. In altre parole, la dimensione missionaria, nell'attività della parrocchia, dei movimenti, delle organizzazioni, non è qualcosa di marginale o saltuario, ma deve diventare lo spirito che dà impulso all'azione.
I PARTECIPANTI
Chi si occupa oggi di missione in Italia? Sono i laici, e soprattutto le donne. E' questo il dato che a sorpresa è emerso dal Convegno di Bellaria. Su 1600 partecipanti, più della metà non erano né sacerdoti né religiosi: le donne, comprese le suore, più di 700.
Per quanto riguarda la provenienza, al primo posto assoluto troviamo l'Emilia-Romagna, regione ospitante, seguita da Lombardia, Triveneto, Puglia, Toscana. Le missionarie e i missionari italiani sparsi nel mondo sono più di 15 mila.
Una simpatica iniziativa è stato il Convegno Missionario dei ragazzi (10-16 anni), che si è svolto in parallelo con quello "dei grandi". I 300 partecipanti hanno vissuto giornate di profondo coinvolgimento e di sano entusiasmo. Saranno loro i "missionari" di domani.
Oggi il numero dei non cristiani nel mondo aumenta ad un ritmo maggiore del numero dei cristiani: l'Islam avanza più di tutte le Chiese cristiane messe insieme, occupando vaste zone geografiche. Da parte sua la Chiesa deve occuparsi non solo dei non cristiani, ma anche dei "non più cristiani" che vivono nello stesso ambiente . Quali sono i nuovi luoghi di missione? Soprattutto le città, dove vive quasi il 50% della popolazione mondiale. Più i giovani che vivono d'una propria cultura. E infine le migrazioni. La Chiesa tutta deve essere missionaria, per sua natura.
EVANGELIZZAZIONE NELL'ANNO 2000
Ma come evangelizzare oggi? Non bastano le esortazioni moraleggianti, i riti suggestivi, le presentazioni intelligenti. Ci vogliono segni vivi, forti, tangibili, trasparenti, capaci di interpellare le coscienze. La Chiesa è invitata a cambiare rotta: da un'azione occupata a gestire le consuetudini religiose e tutta assorbita dal culto, è necessario passare ad una pastorale di evangelizzazione che riguarda tutto l'uomo ed è rivolta a tutti gli uomini.
Ai cristiani è richiesta coerenza tra fede e vita; occorrono itinerari ed iniziative anche differenziate, per coinvolgere tutti gli ambienti e tutti i settori professionali. E' più che mai necessaria la proposta evangelica, il favorire la comprensione, la collaborazione e l'unità tra tutti gli uomini.
Nelle quattro Tavole Rotonde svolte in contemporanea i convegnisti hanno affrontato altrettanti scenari sociali ed ecclesiali della missione: dalla globalizzazione al volontariato, dal rapporto missione pastorale nella Chiesa italiana alla spiritualità dell'evangelizzazione. In tempi diversi i congressisti si sono divisi in 46 gruppi di lavoro per confrontarsi sui diversi aspetti dell'azione missionaria.
DESIDERIAMO UNA CHIESA CONVERTITA
Al termine delle quattro giornate di lavoro i partecipanti al Convegno hanno raccolto una lunga lista di conclusioni-proposte da presentare alla Chiesa italiana. Tra le altre: superare la mentalità devozionistica ed individualista che prevale tra i "fedeli"; ascoltare il grido dei poveri; resistere alla tentazione di usare il potere invece della testimonianza; sfidare la globalizzazione economica con una "globalizzazione dei credenti"; il Duemila sia occasione di fraternità universale; il popolo dei credenti in Italia stimoli i vertici della Chiesa ad occuparsi maggiormente del Sud del mondo; la Chiesa abbandoni atteggiamenti trionfalistici e sia spinta dalla carenza dei preti verso una via di rinnovamento profondo per capire la realtà, dando generoso spazio ai laici; esca dal chiuso dei gruppi e superi la frammentazione spesso esistente.
La missione per la Chiesa non è "qualche cosa in più", ma il suo primo impegno: oggi "il fuoco della Missione" ha il compito di rinnovare una prassi sedimentata da secoli.
Lasciata Bellaria, i convegnisti non sono partiti con la presunzione d'aver trovato soluzioni immmediate. Hanno comunque indicato alcuni strumenti che possono aiutare le comunità cristiane a "saper ricevere". Essi sono: il dialogo interreligioso, l'interculturalità, la lettura di riviste e libri (ce ne sono di eccellenti), i contatti con le giovani Chiese del Terzo Mondo. Soprattutto vanno valorizzati suore, missionari e laici che rientrano in Italia.
Bisogna mirare ad edificare una Chiesa di "martiri, e non di gente che si vergogna del Vangelo"; accendere "il fuco della Missione", perché purifichi la Chiesa e protegga le radici ben piatate in Cristo Signore:
Gli obiettivi della "conversione pastorale della Chiesa" in Italia sono tre: una santità di popolo, una coscienza missionaria diffusa, un impegno civile più partecipato e più coerente con il Vangelo.
, saveriano