La sfida del terzo Millennio
Con la Bolla di Indizione del Giubileo dellanno 2000 Giovanni Paolo II ha dato lavvio al cammino di preparazione più immediata dellavvenimento che dovrebbe segnare una svolta storica per la vita della Chiesa fondata da Gesù Cristo. Nella lettera Tertio Millennio Adveniente il Papa scrive: "Le parole e le opere di Gesù costituiscono il compimento dellintera tradizione dei Giubilei dellAntico Testamento. E noto che il Giubileo era un tempo dedicato in modo particolare a Dio. Esso cadeva ogni settimo anno, secondo la legge di Mosè: era lanno sabbatico durante il quale si lasciava riposare la terra e venivano liberati gli schiavi. Tutto ciò doveva essere fatto in onore di Dio. Quanto riguardava lanno sabbatico valeva anche per quello giubilare, che cadeva ogni 50 anni. NellAnno Giubilare le usanze di quello sabbatico erano ampliate e celebrate più solennemente". La celebrazione dellAnno Santo è per sua essenza una celebrazione ecclesiale, fatta dalla Chiesa per la Chiesa. Certamente oggi si corre il rischio che questo eccezionale avvenimento, gonfiato e stravolto dai mass media e appesantito dalle esigenze di nuove infrastrutture e restauri vari, assuma una dimensione esteriore, a scapito duna profonda riflessione e di una spinta verso una sicura conversione. Lattenzione verso la giustizia sociale, la scelta preferenziale ai poveri, la sottolineatura della forza del messaggio di pace: questi dovrebbero essere i veri fondamenti delle celebrazioni previste per il Giubileo del Duemila. Nel suo Commento al Vangelo di Giovanni s.Agostino descrive larca di Noè come simbolo della Chiesa: "Larca di Noè aveva in sé il corvo e la colomba; quellarca conteneva ambedue questi generi. E se larca è prefigurazione della Chiesa, vedete quindi che in questo diluvio del mondo è inevitabile che la Chiesa contenga ambedue i generi, sia il corvo sia la colomba. Chi sono i corvi? Coloro che cercano le proprie cose. Chi sono le colombe? Coloro che cercano le cose di Cristo". La Chiesa, che cammina nel mondo ed è composta da uomini e donne pellegrini che sentono tutto il peso del male e del peccato, in occasione del Giubileo, è chiamata a convertirsi e purificarsi. Ogni cristiano è invitato ad abbandonare legoismo che è in lui (il corvo) ed a guardare verso il fratello con occhi nuovi. LAnno Sabbatico invitava il popolo di Israele a lasciare riposare le terre, le case vendute tornavano ai loro proprietari, gli schiavi erano liberati e i debiti venivano estinti. Noi sogniamo una Chiesa povera, una Chiesa che sceglie ed ama i poveri; una Chiesa aperta alle altre culture e alle altre religioni, una Chiesa che renda credibile e accettabile il messaggio del Vangelo nel mondo dei poveri. Il Giubileo è per noi cristiani unoccasione straordinaria ed irripetibile per la testimonianza del nostro amore verso i fratelli e le sorelle che professano altre fedi: un amore che evangelizza, perché è il prolungamento dellamore di Cristo. Gli stranieri ci portano in casa la "missione ad gentes". Ma non cè annuncio, non cè evangelizzazione senza solidarietà. E per questo motivo che lesile voce del nostro giornale, durante questo anno che ci condurrà al Giubileo, dedicherà alcuni dei suoi Paginoni a temi come: il Debito dei Paesi del Terzo Mondo, le Botteghe del Commercio Equo e Solidale, la Banca Etica, "La Terra è di tutti", la Globalizzazione. Nei frequenti pronunciamenti di Papa Wojtyla di questi ultimi tempi risuonano frequenti gli accenti del Concilio, della "Pacem in Terris" e della "Populorum Progressio": è la voce della Chiesa che si erge quasi solitaria in questo mondo sviluppato che non trova il tempo di fermarsi un attimo a riflettere e prendere fiato. È la parola dei profeti che riecheggia lantico ammonimento: guai ai sazi! È la testimonianza dei martiri del nostro tempo, che anche ai nostri giorni in Africa, come in America Latina e in Asia, sacrificano la vita per lannuncio del Vangelo. È questa la sfida del Terzo Millennio.
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