Copertina La preghiera della rana


La preghiera della rana

Una sera fratel Bruno era assorto in preghiera
Quando fu disturbato dal gracidare d'una rana.
Per quanti sforzi facesse, non gli riuscì
Di ignorare quel rumore e allora si sporse
Dalla finestra e urlò: "Silenzio! Sto pregando".
Poiché egli era un santo, tutti obbedirono
Al suo ordine immediatamente.
Ogni creatura vivente si zittì in modo da creare
Il silenzio necessario alla preghiera.
Ma ecco che Bruno fu di nuovo interrotto
Questa volta da una voce dentro di lui
Che diceva: "Forse a Dio il gracidare
Di quella rana era altrettanto gradito
Dei salmi che tu stai recitando".
"Che cosa possono trovare di bello
le orecchie di Dio nel verso d'una rana?"
replicò Bruno sprezzante.
Ma la voce proseguì: "Perché mai allora Dio
Avrebbe inventato un simile suono?".
Bruno decise di scoprirlo da sé.
Si sporse dalla finestra e ordinò: "Canta!".
E l'aria fu piena del gracidare ritmato
Della rana, con l'accompagnamento
Di tutte le raganelle del vicinato.
Bruno si pose in ascolto con attenzione
E subito non udì alcun frastuono,
ma scoprì che, se smetteva di irritarsi,
quelle voci in realtà rendevano più ricco
il silenzio della notte.
Grazie a quella scoperta, il cuore di Bruno
Entrò in armonia con l'universo intero e,
Per la prima volta nella sua vita,
egli capì cosa significasse pregare.

 

 

Il volumetto "La preghiera della rana" appartiene ad una collana di storie e aneddoti edita dalle Edizioni Paoline, scritti dalla fervida penna del gesuita p.Anthony de Mello, nato a Bombay nel 1931 e scomparso nel 1987. Brevi racconti che appartengono a paesi, culture e religioni diverse, soprattutto del mondo orientale; ma fanno parte del patrimonio spirituale di tutta l'umanità, rivisitato con bonario umorismo. Ma dietro il sorriso, il lettore troverà sempre un filo d'oro di saggezza e di umanità che lo costringeranno a ripensare in un'ottica diversa & alla preghiera della rana.

Il Superiore dei Gesuiti che operano in India e nel Sud-est asiatico, p.Lisbert D'Souza, afferma: "Gli scritti del p.De Mello non sono da leggere come teologiche interpretazioni della fede cristiana e della Chiesa cattolica. Essi sono diretti non solo ai fedeli di Gesù Cristo, ma anche a coloro che professano altre fedi. Quei racconti sono un misto di aneddoti presi dal buddismo, dall'induismo, dal cristianesimo e, anche, dall'islam, e non hanno la pretesa d'essere una trattazione teologica della religione cattolica".

A lui fa eco il Presidente della Conferenza episcopale indiana, l'arcivescovo di Dheli, mons.Alan de Lastic: "Padre De Mello è stata una buona guida spirituale e un grande predicatore di ritiri spirituali".