Ho visto la sofferenza del mio popolo
Una testimonianza dal Congo
di p.Giuseppe Galli, Bukavu, Congo
Dall'inizio della guerra nell'Est Congo-Kinshasa (mese di ottobre 1996) la nostra gente vive nella paura: teme i May-May e fugge all'arrivo dei soldati ribelli del RCD. Gli uni e gli altri, affamati, non pagati, entrano nelle case cercando viveri e rubando tutto quello che trovano. La gente vive sotto gli alberi o nella savana, possibilmente presso una pozza d'acqua; strappando alla terra qualche radice di manioca, spesso rubando quella che un altro ha piantato. Molti per non fare questa vita sono fuggiti nella vicina Tanzania attraversando il lago Tanganika.
Nei primi mesi del 1998 ci è sembrato che davvero il Signore avesse visto la sofferenza di questo popolo e fosse venuto in suo aiuto. Le ONG (Organizzazioni non governative) e molte altre associazioni erano ritornate in Congo e avevano iniziato la ricostruzione. Io li ho raggiunti nel mese di dicembre. La vita ha ripreso un ritmo quasi normale. Abbiamo iniziato anche i "safari" per visitare le varie comunità cristiane e non avendo più la Land Rover, viaggiavamo in bicicletta.
Accadde proprio durante uno di questi miei viaggi il grande attacco. Da dieci giorni mi trovavo a Ngovi, nella vicina missione di Mboko, priva di preti da più anni, per preparare un gruppo di catecumeni al battesimo. La mattina del 13 maggio, il capo della cumunità cristiana è venuto ad avvertirmi che i soldati erano scappati. Gli ho detto di prendere moglie e figli e mettersi in salvo sulle colline. Io sarei rimasto nella stanzetta presso la chiesa. Hanno sparato per parecchie ore, poi ho visto arrivare i May-May, agghindati di rami e foglie, con un amuleto al collo. Esultanti per la vittoria inseguivano i soldati del RCD in fuga. Ma dopo due giorni sono arrivati i soldati burundesi, ben armati ed equipaggiati, e li hanno fatti fuggire.
Nessuno mi ha fatto del male. Sono rimasto quattro giorni da solo, nutrendomi di frutta (papaie e arance) e ho recitato parecchie corone di rosario e decine di salmi. A un soldato che mi chiedeva se non avessi paura ho risposto che avevo con me san Pietro, san Paolo, san Marco, san Luca, santa Teresa, santa Cecilia e tutti i santi, perciò... Poi ho preso la bicicletta dirigendomi verso Uvira. Che vuoto, che silenzio! Ho pedalato per tre ore senza incontrare nè una persona nè un soldato. I villaggi vuoti, le case abbandonate con le porte e le finestre spalancate. I soldati le avevano già spogliate.
A Uvira ho avuto la brutta notizia: i May-May, ritirandosi da Baraka, hanno preso i due missionari per portarli con loro e hanno saccheggiato per la seconda volta la missione. Solo venti giorni dopo abbiamo saputo che sono vivi e sono iniziate le trattative per la loro liberazione.
La ricostruzione di Baraka e della regione dell'Ubenbe è durata poco. Tutta la costa congolese del lago Tanganika è di nuovo abbandonata. Il grido di questo popolo si leva ancora a Colui che solo può cambiare la storia dell'uomo.
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