PERCHE' LA "GIORNATA MISSIONARIA"?
Un interrogativo che esige risposta

di p. Ettore Fasolini

La Missione sta cambiando. E' cambiata nei suoi protagonisti: nel secolo scorso i missionari erano quasi tutti europei, preti e suore appartenenti a congregazioni e istituti. Oggi missionari asiatici e africani lasciano la loro patria per portare la Parola di Cristo ad altri popoli; un numero considerevole di laici lavorano accanto ai missionari nei Paesi del Terzo Mondo. Vescovi e cardinali non vengono più importati dall'Europa; ma sono quasi ovunque, oggi, figli della loro terra.
Altri cambiamenti sono intervenuti nella comprensione e nell'attuazione della missione. "Missione" non più collegata alla parola "civiltà"; da tempo è stata superata la realtà del colonialismo: una concezione chiaramente riconosciuta come eurocentrica. Tuttavia, ancora oggi, molte iniziative sociali gravitano attorno alla missione.
Nelle missioni nelle quali si trovano ad operare, spesso, i Saveriani vivono il permanente contrasto tra evangelizzazione liberatrice e il crescente impoverimento con le conseguenti situazioni di ingiustizia cui sono soggetti milioni di esseri umani e che arriva a limiti intollerabili di miseria e di violenza, soprattutto nelle grandi aree urbane. In tante nazioni rimangono ancora urgenti il problema dell'inculturazione, dello sviluppo, del rispetto dei diritti fondamentali della persona umana, della liberazione e della riconciliazione.
In Occidente la nuova evangelizzazione si trova di fronte ai problemi della scristianizzazione della società, del consumismo, dell'immigrazione; mentre la interdipendenza mondiale, nell'attuale fase del capitalismo e del mercato totale, rischia di penalizzare invece di promuovere i processi liberatori a livello socio-economico-culturale.
Da mesi, come preparazione all'Anno del Giubileo, il nostro modesto giornale sta invitando i suoi fedeli lettori ad informarsi e ad impegnarsi in iniziative che favoriscano lo sviluppo dei Paesi del Terzo Mondo. Crescere in questa consapevolezza è crescere nella fede; partecipare all'annunzio e alla pratica del Mercato Equo e Solidale, delle Botteghe del Terzo Mondo, della Banca Etica, come alla spinta per la cancellazione del Debito di quei Paesi, contratto con le Nazioni sviluppate: anche questo è fare missione.
In questa prospettiva si inserisce l'annuale celebrazione nelle nostre parrocchie della Giornata Missionaria, occasione privilegiata perché il "fuoco della missione" non si affievolisca e non si spenga nella nostra società ammalata di opulenza e consumismo. Queste giornate di sostegno (ricordo, preghiera e offerta) vanno sempre continuate nelle nostre comunità perché vengano stimolate a riflettere sulla necessità e il dovere che ogni cristiano ha di testimoniare il Vangelo.
Vorremmo che insieme continuassimo a renderci conto che Dio, nel suo progetto di salvezza per l'umanità di oggi, ha incluso anche ciascuno di noi. Dobbiamo moltiplicare le "occasioni" per approfondire e confermare la responsabilità che ha, verso il Vangelo, ogni battezzato e risvegliare così la sua responsabilità missionaria.


FRECCIA_INDIETRO.GIF (523 byte)