Fame e aiuti umanitari
in Sierra Leone

"A Makeni, abbiamo visto con i nostri occhi bambini morire di fame". Questo quanto dichiarato da p.Vittorio Bongiovanni, Saveriano. Il religioso ha fatto parte di un gruppo di missionari e laici che ha visitato due importanti centri della provincia settentrionale della Sierra Leone; ritiene che la situazione umanitaria sia gravissima, in quanto mancano cibo e medicinali.S_Andrea.jpg (63377 byte) "La Chiesa cattolica sta allestendo alcune iniziative per far fronte all'emergenza. In collaborazione con la popolazione locale, i padri Giuseppini stanno tentando di riparare un ponte danneggiato dalla guerra nei pressi della cittadina di Lunsar. La riapertura della strada che dalla capitale conduce al nord è estremamente vitale per dare speranza alla stremata popolazione civile, sottoposta a grandi sofferenze a causa del conflitto. Un altro elemento che rende difficile l'intervento umanitario è l'insicurezza in alcuni settori del Paese. Sono ancora molti i gruppi armati che circolano liberamente. Come già detto ripetutamente dal nostro vescovo, mons.Giorgio Biguzzi, occorre, in tempi brevi, procedere alla smilitarizzazione nell'interesse della nazione".
La situazione è migliorata negli ultimi giorni. "Sono state superate le difficoltà logistiche e burocratiche che hanno determinato il ritardo dei soccorsi umanitari nel nord della Sierra Leone". Lo riferisce mons.Giorgio Biguzzi, vescovo di Makeni il quale precisa che da domani inizierà un'operazione di soccorso alle stremate popolazioni civili dislocate in vari settori geografici della Provincia del Nord. "Si tratta di un'iniziativa finanziata da diverse agenzie umanitarie, quali ad esempio, il Programma Alimentare Mondiale e il Catholic Relief Service. Da sottolineare anche il contributo del Consiglio Interreligioso della Sierra Leone. Si tratta di un'iniziativa che intende ridare speranza a migliaia di persone duramente provate dalla guerra civile nel Paese".


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