ANNUNCIARE UN NUOVO
ORDINE DI RELAZIONI

 

PHILIPPE NKIERE KENA
ISABEL CORREIG

 

P. Philippe Nkiere, congolese, e suor Isabel Correig, missionaria spagnola in Congo dal 1969, hanno dato vita al movimento Ekolo ya Bondeko nel 1980. Riconosciuto come Associazione pubblica, oggi comprende alcune "fraternità". P. Philippe è dal 1992 vescovo di Bondo.

 


 

Dedichiamo queste pagine, scritte in Africa, a voi, fratelli e sorelle della nostra terra, le dedichiamo in modo particolare a voi, discepoli di Gesù Cristo. È frutto di ciò che noi due, un uomo e una donna, di razze e continenti differenti, abbiamo cercato di approfondire sul significato della Buona Novella, oggi, a partire dal dono della terra.
Siate ricolmi di vita, siate benedetti in colui che ci ha dato lesistenza e che continua a donarcela ad ogni istante attraverso tutta la creazione. Siate benedetti, abitanti dellAfrica e del mondo intero! Siate benedetti, figli di questa nostra terra, giovani di tutte le razze e di tutte le nazioni.
Crediamo che proprio in Lui la terra diventi, attraverso e nonostante tutto, il dono vivente di Dio agli uomini e degli uomini a Dio: un luogo di comunione, una Buona Novella, una promessa, un appello.

RIUSCIRE NELLA VITA È SAPER CON-VIVERE

Ascoltando il mondo, la nostra società, abbiamo percepito una sfida: non cè mai stata tanta sete e tanti sforzi di comunicazione, di avvicinamento fra i popoli come in questepoca; ma forse anche mai tante guerre e tanto terrorismo, vendetta, odio, oppressione. Il contrasto è impressionante, ci interroga!
La terra, la nostra terra, ci appare allora come la realtà della vita e, insieme, come un grande simbolo. Riassume e porta con sé la grande contraddizione che ci abita e ci invade: terra maltrattata, saccheggiata, ma anche terra amata, salvata. Terra che trasmette lAlleanza di Dio con lumanità! È la terra che ci nutre, che ci rende solidali. È la terra che abbiamo ricevuto e che è destinata ad essere dono per tutti.
Ma, la terra, è veramente un dono per tutti? Ci sono uomini che se ne sono impadroniti e altri che sono stati annientati, uccisi. È il sistema di dominio che sembra governare il mondo: sfruttamento, razzismo, tribalismo. È la logica del potere e del possesso che genera gli esclusi, gli emarginati di ogni tipo.
Per riuscire nella vita, dobbiamo cercare sempre di dominare laltro, di lottare per avere di più nel più breve tempo possibile? Dobbiamo continuare a vivere come nemici, a guardarci come concorrenti, in una stessa nazione, in uno stesso continente, su una stessa terra? Dobbiamo impedire alla vita di crescere? Continuare lo sterminio del nostri fratelli indios? Trasformare le foreste in deserti per soddisfare la cupidigia di certi "magnati"?
Nel nome di Gesù Cristo, diciamo no. Diciamo che non sta sicuramente qui la realizzazione della propria esistenza, al contrario! Riuscire è saper con-vivere. Che significa essere felici, se non vivere in comunione, sentirsi amati, poter stabilire delle relazioni vere, gratuite e non soltanto funzionali?
La più grande disgrazia è infatti quella di non contare per gli altri, di non esistere per nessuno. E ci sono molti uomini e molte donne che "non hanno nessuno" e non possiedono nulla, che non contano per nessuno! Crediamo che la cosa più importante al mondo sia imparare a vivere come fratelli e sorelle, sia cercare e realizzare la fraternità. È questo, in definitiva, ciò che può rendere veramente felici e trasformare in modo radicale la terra.

UN NUOVO ORDINE DI RELAZIONI

La fraternità: poche parole contengono in sé una così grande ambiguità e sono così cariche di forza utopica. La fraternità alla quale alludiamo, non è lespressione puramente verbale di una qualche ideologia, o di una qualche visione del mondo. E nemmeno il conformarsi allo spirito democratico. La novità della fraternità di cui vogliamo parlare, si radica nella rivelazione stessa di Dio, che sta alla base della predicazione e del comportamento di Gesù di Nazareth.
Nella vita di Gesù la relazione è fondamentale. È la sua esistenza, la sua missione. Relazione con Colui che egli chiama "mio Padre", relazione con luomo concreto, con tutta la realtà che lo circonda.
Gesù non erige barriere nei suoi incontri, non esclude nessuno. Va verso gli emarginati, per annunciare la novità del Regno, un nuovo ordine di relazioni. E invita chi lo segue a fare altrettanto. Gesù è venuto a rivelarci il volto del Padre, in cui gli uomini possono ritrovarsi fratelli al di là di tutte le lotte nelle quali si sbranano. Gesù entra nella contraddizione del mondo e il senso della sua vita sta nel mostrare come rendere amici e fratelli coloro che in realtà si odiano. Come passare dallodio allamore, dalla non-comunione alla comunione. Non è venuto solamente a proclamare lamicizia, ma soprattutto a trasformare linimicizia in amicizia: realizzare fraternità in un mondo fratricida, cercare la fraternità a partire dalla non-fraternità, manifestando in parole ed opere Colui che ha creato luomo a sua immagine e somiglianza.
Per questo, Gesù non ci ha dato solamente il comandamento di amarci gli uni gli altri, ma ha messo nel mondo, nella storia, una forza coesiva più potente di tutti gli odi, le separazioni e le vendette. È la forza della vita, dellamore, il suo stesso Soffio. Crediamo anche che la grande forza che spinge incessantemente la storia in avanti, verso la libertà e la fraternità questa forza che, malgrado i fallimenti e lapparente inutilità, nutre luomo di speranza venga dalla croce di Cristo, che vive in mille modi in noi e che rende feconda la nostra sofferenza.
Non si tratta dunque di chiedere che cosa bisogna "fare". Si tratta innanzitutto di rinascere, "rinascere dallalto", rinascere dallo Spirito: una nuova maniera di porsi, di imparare ad osservare, a meravigliarsi, a "danzare la vita". Ridiventare figli, fratelli, generatori di vita. Inserire il Vangelo in tutte le nostre relazioni. Coloro che entrano in questa dinamica, fanno della terra un dono. È la nuova fraternità, che contesta lordine stabilito. È il "già" e il "non ancora". Perché si tratta in definitiva di questa terra, che è promessa e che ci è già stata data.

LA NOSTRA TERRA

La nostra terra
è la terra delle erbe e dei fiori,
è la terra degli alberi.
E tutta la linfa che scorre negli alberi,
trasporta i nostri ricordi di generazione in generazione.

La nostra terra
è la terra delle montagne e delle pianure,
è la terra dei mari e dei fiumi,
dei ruscelli e dei corsi dacqua.
La nostra terra
è la terra che si distende al sole,
alla luna e alle stelle.
Vive il mutare delle diverse stagioni,
è la terra del bel tempo e della pioggia.

La nostra terra
è la terra degli uccelli e dei pesci,
delle antilopi, dei canguri e delle formiche.
È la terra degli uomini e delle donne,
con tutte le loro differenze
e la loro meravigliosa complementarità.

La nostra terra
è anche e innanzitutto i nostri corpi.
I nostri corpi, la terra più vicina,
mezzo di comunicazione e di vita,
e insieme luogo di barriere e di limiti!
Siamo parte di questa terra
ed essa è parte di noi.
Tutto ciò che accade alla terra,
accade ai figli della terra.

La nostra terra
è il luogo in cui si sentono le foglie stormire nel vento
e il ronzio delle ali degli insetti.
Laria è preziosa
e tutto ciò che si trova qui
condivide lo stesso soffio di vita.

La nostra terra
è il luogo in cui il granello si nasconde
nellattesa della pioggia e del sole,
per avere la forza di trasformarsi
e diventare così un grande albero,
offrirci i suoi frutti,
la sua ombra.
Ma per crescere ci vuole tempo!
E questo, lo dobbiamo sapere!

La terra,
la nostra terra,
dove nasciamo e moriamo,
dove lavoriamo il suolo e lo saccheggiamo,
dove creiamo larte e la tecnica,
dove costruiamo strumenti di morte.
Dove bisticciamo e cantiamo,
dove amiamo e odiamo,
dove facciamo crescere e opprimiamo laltro,
dove uccidiamo e celebriamo la vita,
dove ci incontriamo e ci separiamo.

È il luogo concreto dove giuochiamo la nostra esistenza,
è il luogo concreto di vita e di morte!
Da quando il Figlio di Dio è entrato nel mondo
e ha sposato questa terra,
con tutte le sue contraddizioni,
la nostra terra è divenuta la sua terra.
La nostra terra è dunque una terra amata, sposata,
è una terra salvata.

Dio si è legato ai figli di Adamo attraverso il dono della terra,
Dio si è legato ai figli di Adamo attraverso il dono di suo Figlio.

Il Figlio è divenuto un granello,
si è lasciato calpestare, seppellire sottoterra.
Il granello è divenuto spiga
e, germogliando come nuova vita,
tutta la terra è stata toccata,
trasformata.

Questa terra è benedetta, è feconda!
Dora in avanti tutte le "morti"
possono essere luogo di "vita",
perché Gesù Cristo è risuscitato
e la sua presenza è quella dello Spirito
che fa nascere alla vita.

Il suo Spirito, il suo soffio,
è il dono permanente che Egli fa al mondo.
Ed ora lo Spirito continua a penetrare la terra,
affinché essa diventi
ciò che era al principio,
ciò che è nel progetto di Dio:
la dimora di Dio in mezzo agli uomini,
spazio di comunione,
nuova Creazione!

 

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