UN PATRIMONIO STORICO
CHE NON PUÒ ANDARE PERDUTO

 

Siamo nel decennio dedicato ai "popoli indigeni", la cui sopravvivenza continua ad essere in pericolo. I due articoli che riportiamo in questo numero sono una testimonianza di quanto sia necessaria la loro vita e il loro apporto per la sopravvivenza stessa del nostro pianeta.

Nei punti strategici delle grandi città brasiliane e negli spazi della pubblicità della principale catena televisiva nazionale, appare con crescente insistenza un grande orologio con lannuncio "mancano X giorni per completare i 500 anni" dellarrivo dei portoghesi sulle coste brasiliane. Come già accadde nel 1992 per lAmerica, il 500° anniversario della scoperta del Brasile suscita forti reazioni, diametralmente opposte. Le élites festeggiano levento come linizio della storia patria, della civiltà, del progresso; e con il potere di persuasione di cui dispongono (Tv, radio, stampa, scuole, apparato governativo) riescono a coinvolgere le masse in questa lettura trionfalista. Ma non è questa la visione di gruppi più sensibili alla dimensione umana degli avvenimenti: lo sterminio delle popolazioni autoctone, il saccheggio delle loro ricchezze, linvasione delle loro terre, la distruzione sistematica delle loro culture e delle loro cosmovisioni e religioni non possono essere motivo di festa.

Anche i pochi sopravvissuti del massacro, che è cominciato nel 1500 e non ha subito interruzioni fino ai nostri giorni, non hanno motivo di festa. È di ieri la notizia che "tutte le donne in età riproduttiva del villaggio Bahetá (etnia Pataxó) sono state sottomesse ad interventi di sterilizzazione con la legature delle tube uterine, collocando il gruppo in rischio di estinzione". Lautore della "prodezza", Roland Lavigne, è candidato a deputato federale per il Pfl (Partito del fronte liberale), alleato del presidente della Repubblica. Pochi giorni fa il Correio Braziliense rendeva noto che dallinizio di settembre la Funai, organo governativo per la protezione delle popolazioni indigene, aveva subìto la sospensione di 11 dei 13 milioni di reais di sussidi governativi previsti.

LUnesco dichiara determinati beni culturali patrimonio storico dellumanità, garantendone la conservazione (e i restauri), proteggendoli e valorizzandoli. Governi e Ong si danno da fare per preservare specie animali e vegetali in pericolo destinzione. Perché non dovremmo essere altrettanto (solo altrettanto?!) preoccupati per la difesa e la valorizzazione dei gruppi umani in estinzione e delle culture la cui esistenza è messa a repentaglio dal rullo compressore di una forma di vita che non accetta la differenza e non riconosce allaltro il diritto di esistere?

SAVIO CORINALDESI

Altamira, Parà, Brasil 21 novembre 98